Vallone dei Mulini Sorrento e valloni della penisola sorrentina

La penisola sorrentina è famosa nel mondo per il suo particolare paesaggio: coste a picco sul mare,  cime montuose che superano i 1400 metri e un panorama unico sul Golfo di Napoli e di Salerno.
Un ulteriore elemento che contribuisce all’unicità di questo stretto lembo di terra è la presenza di profonde insenature scavate nella roccia conosciute con il nome di “valloni”.
I “valloni” devono la loro origine a movimenti tettonici avutesi durante l’ultima glaciazione e i successivi processi esogeni. Comunicano direttamente con il mare e, in epoche passate, i contadini vi svolgevano le loro attività rese più fruttuose dai corsi d’acqua che li attraversavano. Attualmente alcuni valloni sono visibili solo in alcuni tratti in quanto sono sormontati da strade.
La presenza dei corsi d’acqua rende la vegetazione all’interno di questi particolari burroni abbondante e lussureggiante. La struttura stretta e profonda della roccia che lo circonda, lo scarso irraggiamento solare, l’elevato tasso di umidità favorito dalla quasi totale assenza di ventilazione, creano un particolare microclima che permette la vita ad esemplari vegetali che, normalmente in Penisola Sorrentina, è possibile trovare a quote più elevate.
Questo fenomeno è chiamato “inversione vegetazionale”.
I valloni delineavano i confini naturali dei paesi che compongono la Penisola Sorrentina.
I più importanti sono:

  • Il Vallone dello Scrajo, il Vallone Centinaro, il Vallone Rivo d’Arco di Seiano nella zona di Vico Equense;
  • Il Vallone Lavinola è il più lungo (km. 4,150) e profondo. Attraversa tutto il Comune di Meta, dalla zona più a monte denominata Lavinola fino al mare e segna il confine tra Piano di Sorrento e Meta. È uno dei più belli per la folta vegetazione arborea.
  • Il Vallone di San Giuseppe attraversa il territorio di Piano di Sorrento. Sorge in località “Pezzella”, attraversa Monte Vico Alvano, il Forniello, San Liborio, Mortora, Corso Italia e sbocca alla Marina di Cassano. In epoca remota rappresentava l’unico asse di attraversamento trasversale per raggiungere il Piano.
  • Il Vallone di Sant’Agnello, detto di San Filippo, attraversa via San Vito, passa adiacente la chiesa di San Giuseppe, attraversa Corso Italia, dove è stato interrato per tutta la lunghezza del Viale dei Pini e sfocia nel golfo del Pecoriello, di proprietà delle suore salesiane di Villa Crawford.
  • Il Vallone dei Mulini a Sorrento.

Il vallone dei Mulini

É probabilmente, il più importante della penisola sorrentina. Si trova nel cuore di  Sorrento e sfocia a Marina Piccola. In origine costituiva la parte centrale di un sistema di tre valloni di cui facevano parte il vallone “Prossimo” che giungeva sino a Marina Grande e che oggi risulta colmato nella parte di Via degli Aranci e il terzo che saliva dalla Villa “La Rupe” verso le collina.
Oggi si può ammirare solo la parte centrale del Vallone che si estende da Piazza Tasso fino alla Villa “La Rupe”e da qui fino alla Porta degli Anastasi
Il Vallone dei Mulini è così denominato perché al suo interno  vi era un mulino utilizzato per macinare il grano. É stato in funzione fino ai primi anni del novecento ed era utilizzato  per macinare  tutti i tipi di grano necessari alla popolazione sorrentina.
All’interno del vallone erano presenti anche  dei lavatoi e una segheria presso la quale venivano lavorati i vari tipi di legno: ciliegio, ulivo e noce. Questi legni servivano agli ebanisti sorrentini per la produzione di manufatti d’intarsio.
Il mulino, i lavatoi e la segheria funzionavano grazie all’abbondante acqua che, scendo dalle colline di Cesarano, Baranica e Rivezzoli,  giungeva nel vallone.
Il Vallone dei Mulini è caratterizzato dalla presenza di alcune grotte dalle quali, probabilmente, si estraeva il tufo, utilizzato per la costruzione di case prima che si diffondesse l’uso del cemento armato.

Brevi cenni storici:
Nel 1500 i valloni di Sorrento appartenevano alla famiglia Tasso . Nello stesso secolo la nobile famiglia sorrentina li vendette alla famiglia Correale  insieme agli orti contigui.
Nel XVII secolo Onofrio Correale  fece costruire, sulla parte terminale del  Vallone dei Mulini, il porto di Marina Piccola.
La suggestiva e rara bellezza di questo luogo ha attirato artisti di tutto il mondo che lo hanno fotografato e dipinto, in tutte le stagioni e da tutte le angolature. Grazie a queste testimonianze possiamo ricostruire la struttura interna del vallone. Vi sono, al contrario, scarse notizie sulla vita vi si svolgeva all’interno. Questo perché  la popolazione che viveva e lavorava nel vallone era costituita da contadini e pescatori e, quindi, probabilmente, non suscitava l’interesse degli artisti.
Dopo il 1866 il Vallone fu abbandonato in poco tempo a seguito della costruzione di Piazza Tasso che comportò la chiusura delle vie di accesso.
Attualmente il tasso di umidità, a seguito della copertura di vari tratti del vallone per la costruzione di strade, è circa dell’80% durante tutto l’anno.

La vegetazione all’interno del vallone
La particolare struttura del vallone  crea un microclima interno che permette lo sviluppo di numerose specie vegetali, alcune considerate rarissime , come le felci Phillitis Scolopendrium e Phillitis vulgaris.

Vi crescono anche piante carnivore e folti cespugli di capperi.

Realizzata da: Romina Amitrano (Consulente ambientale)