Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni

Superata la piazza centrale della Città di Vico Equense, intitolata ad Umberto I, e la sua scenografica fontana con delfini, che segna il punto di incontro delle principali arterie cittadine, bisogna risalire l’omonimo corso per scorgere la maestosa cupola maiolicata della chiesa dei Santi patroni Ciro e Giovanni.

La facciata dalle linee barocche è frutto dei lavori di rimaneggiamento compiuti nel Settecento, che trasformarono la piccola cappella quattrocentesca in un edificio dalle forme più imponenti che meglio rispondevano all’esigenza di accogliere il numero sempre crescente dei devoti ai santi protettori. Nell’iscrizione posta sul portale di ingresso si legge infatti la data 1715, anno in cui la nuova chiesa venne inaugurata dal vescovo Tommaso D’Aquino. Tuttavia è soltanto negli anni sessanta del Novecento che il più antico impianto a navata unica venne mutato in una croce latina, con l’allungamento dei due bracci del transetto.

Le spoglie di San Ciro, medico d’Alessandria, sono custodite in un prezioso busto in argento della fine del Seicento, attribuito ad Aniello Treglia, maestro argentiere napoletano che lo realizzò su un modello di Lorenzo Vaccaro o di un suo allievo. Il simulacro del santo, insieme a quello del compagno di martirio, il soldato Giovanni di Edessa, eseguito nel secolo scorso, sfila nelle strade di Vico Equense nella penultima domenica di agosto, a ricordare la traslazione delle sacre spoglie dalla chiesa del Gesù Nuovo di Napoli, promossa dall’allora vescovo Mons. Giovanni Battista Repucci di comune accordo con i padri Gesuiti. Le sculture lignee dei due santi, custodite in chiesa, invece vengono portate in processione il 31 gennaio, giorno in cui avvenne il martirio nel 303 d. C., durante l’impero di Diocleziano.

In chiesa si conservano opere di grande interesse del Seicento e del Settecento, sia dipinti (la “Madonna con Bambino tra i santi Nicola di Bari e Lorenzo e le Anime Purganti” di ambito solimenesco nella prima cappella a sinistra; le due tele del presbiterio, raffiguranti una “Sant’Anna, San Gioacchino e la Vergine Bambina”, che ricorda da vicino il quadro di Nicola Malinconico di medesimo soggetto, che si vede nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Sorrento, e l’altra la “Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Rosa da Lima” che mostra il monogramma NP, probabilmente appartenente a Nicola Peccheneda), che sculture (il “Crocifisso” dell’altare maggiore, accostabile a Giacomo Colombo e un’ “Immacolata” di Francesco Antonio Picano nella terza cappella a destra).

Per ulteriori approfondimenti: La chiesa dei Santi Ciro e Giovanni in Vico Equense. Letture antiche e moderne (AA.VV. 2013).

Realizzata da: Assunta Vanacore (consulenza storico-artistica)